In Part I _ il processo assomiglia allo svolgersi musicale del processo del folk epico: per prima appare un tema, a seguire si sviluppa una improvvisazione narrativa. La mia conoscenza degli strumenti quali çifteli, Saz, L’Hud, Def, Dajre, Kavall flute… mi permette di tradurre e sperimentare sul Pianoforte i suoni di questi strumenti tenendo però uno stretto legame con il canto. I temi sui quali lavoro hanno caratteri sia minimalisti ripetitivi ma anche estesi ed emotivi. La ritmica, i tempi dispari come 3+2/8; 7/8; 5+7/8… sono proposti per evocare momenti rituali di danze.
In Part II _ Il Pianoforte prende connotati da “prepared Piano”. L’attenzione si sposta maggiormente alle corde, alla cordiera. Integrando così sia tastiera che cordiera con le varie possibilità espressive. Compongo micro temi e l’utilizzo dell’arco su corde stese richiama il semplice principio della corda tesa, evidenziando così una delle ricchezze dello strumento; “gli armonici alti solitari”.
Utilizzo la cordiera in varie sfumature con l’intenzione di ampliare ogni possibilità dello strumento e di integrarlo con i tasti della tastiera che la percuotono. Nelle mie sperimentazioni cerco di mantenere il contatto con il canto poiché ritengo sia componente fondamentale dell’essere umano in trasformazione.